Tre approfondimenti sull'iconografia della Madonna della Sacra Lettera nei diversi periodi storici.

Iconografia

Una possibile inedita iconografia medievale

ciambrettaNegli ultimi anni due studiosi provenienti da due percorsi culturali differenti hanno ipotizzato una nuova e mai pensata iconografia della Madonna della Sacra Lettera. La Prof.ssa Maria Pia Di Dario Guida nel suo saggio sulle Icone di Calabria e altre icone meridionali propone, come possibile inedita iconografia, il medievale mosaico conservato al Museo Regionale di Messina e proveniente dall’antico monastero femminile di San Gregorio dove era stato trasferito nel XVI secolo dalla Chiesa Conventuale degli Agostiniani demolita per la costruzione dei bastioni urbani. Questo mosaico raffigura la Madonna della Ciambretta, secondo il Samperi dal francese “chambrette”, cameretta. Sul piano strorico-artistico l’opera si inserisce in un momento di intensa attività culturale a Messina, dove fin dal tempo del vescovo Richard Palmer si producevano icone, mosaici, miniature. E’ importante notare un particolare iconografico rimasto finora inosservato. La Vergine offre ad un devoto, un corriere ufficiale, una lettera, che è altra cosa del rotulo del Bambino, su cui puntava il Samperi per dare una giustificazione alla lettera, ed è propria della Madonna. Se si tenta poi di interpretare il testo, si avverte che esso può essere, come accade in tante altre figurazioni, per esempio in quella di Tropea dove la lettera comincia con “Virgo Maria…”, la forma riassuntiva della prima fase della famosa lettera: cioè la scritta abbreviata in caratteri misti, greci, bizantini e gotici, ?AP?HG ME??P MA, ossia la Vergine Madre Ma(ria), parole forse erroneamente interpretate come ?AP?EN?N (camera verginale, stanza delle fanciulle) da cui il nome francese “chambrette”, riportata già dal Samperi (Maria Pia Di Dario Guida Icone di Calabria ed altre icone meridionali Soveria Mannelli (CZ) 1992, pag. 205-207).

Leggi tutto...

Iconografia tra Cinquecento e Settecento

MESSINA-Madonna_Lettera1
L’immagine venerata nel Duomo di Messina venne collegata strettamente al culto della Madonna della Lettera fin dal suo arrivo a Messina. Di questa immagine mariana furono eseguite numerose copie più o meno fedeli, alcune delle quali ancora a noi pervenute. Anche in qualche Chiesa di rito Greco-Ortodosso erano presenti tali immagini denominate Madonna del Graffeo ma con lo stesso significato di Madonna della Lettera, un celebre esempio è quella un tempo presente nella Chiesa della Cattolica. L’immagine della Madonna della Lettera fu oggetto di grande devozione non solo nelle auliche redazioni esposte nelle chiese, ma anche in numerose icone eseguite per uso privato. I dipinti ebbero nei secoli le stesse caratteristiche iconografiche e stilistiche dei prototipi più antichi, come del resto è dimostrato dalle cosiddette icone cretesi-veneziane importate a Messina dai frequenti contatti intrattenuti fin oltre il XV e XVI secolo con l’Oriente Bizantino e con il versante adriatico (Francesca Campagna Cicala La Madonna della Lettera nelle arti figurative in Arte, Storia e Tradizione nella devozione alla Madonna della Lettera Messina 1995, pag. 26). Nelle famiglie messinesi più agiate, presso i grandi e ricchi palazzi patrizi, non poteva mancare una immagine della Celeste Patrona, vero e proprio segno di protezione ed d’identità. Trattasi di opere eseguite soprattutto da madonneri locali, che dipingevano alla maniera greca, ma anche di prototipi veneto-cretesi diffusi in tutto l’occidente cristiano fin dal XVI secolo. La presenza di un discreto gruppo di dipinti testimonia l’importanza assunta dal culto della Madonna della Lettera (Grazia Musolino Le Icone Votive Messinesi in Iconae Messanenses Messina 1997, pag. 158-159). La circolazione di questa particolare tipologia iconografica, caratterizzata da connotati formali e fisionomici che spesso si ripetono sia nelle espressioni pittoriche che in quelle plastiche, si deve addebitare anche all’influenza determinante delle incisioni in area locale di Placido Donia pubblicata nell’Iconologia del Samperi.  In modo particolare intorno alla metà del Seicento, in conseguenza dei coevi ritrovamenti di numerose copie del testo della Sacra Lettera, si intensificano le immagini in cui compare l’attributo della Lettera. Questa viene raffigurata come foglio dispiegato retto dalla Vergine che lascia intravedere il testo o collocata alla base del quadro all’interno di un riquadro decorato secondo il gusto del tempo.  Questa nuova versione fu codificata intorno al terzo decennio del XVII secolo, al fine di convalidare con una iconografia adeguata la tradizione messinese.

Leggi tutto...

Iconografia tra Ottocento e Novecento

Aloysio-Juvara-IncisioneL'iconografia della Madonna della Lettera è ampiamente presente anche nella pittura e scultura aulica dell'Ottocento che ne trovava ancora ispirazione in questo soggetto caro ai messinesi. Si cimentarono tutti i maggiori artisti del tempo da Letterio Subba a Michele Panebianco. Anche alla incisione del fine bulino del messinese Tommaso Alojsio Juvarra si deve una delle più celebri raffigurazioni storiche della Madonna della Lettera riprodotte poi anche per tutto il novecento. Questa immagine fu stampata proprio nel 1842 in occasione delle feste secolari e pubblicata in uno dei periodi illustrati più diffusi nell'antico Regno delle Due Sicilie: Il Poliorama Pittoresco. Nel numero del 1 Ottobre 1842 si apriva con l'immagine dell'Ambasceria dei Messinesi alla Vergine firmata da Alojsio Juvarra cme inventore e disegnatore. Il disegno preparatorio era però già stato realizzato nel 1832 ed oggi è conservato presso il Museo Regionale di Messina del fondo lasciato in dono dal celebre incisore alla propria città natale. Quest'opera ebbe tanta fortuna sia nella realizzazione in pittura di Michele Panebianco che nella famosa fototipia di Ledru Mauro.

Leggi tutto...