Il noto scrittore palermitano Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Capitolo 8 del "Gattopardo" rende omaggio alla Celeste Patrona di Messina inserendo un curioso episodio imperniato proprio su un dipinto dedicato alla Madonna della Lettera collocato nella Cappella del Palazzo. Riportiamo a seguito il brano tratto dal celebre romanzo.

"Era un dipinto nello stile di Cremona e rappresentava una giovinetta esile, assai piacente, gli occhi rivolti al cielo, capelli bruni sparsi in grazioso disordine sulle spalle seminude; nella destra stringeva una lettera spiegazzata; l’espressione sua era trepida di attesa non disgiunta da una certa letizia che le brillava nei canditissimi occhi; nel fondo verdeggiava un mite paesaggio lombardo. Niente Gesù bambini, né corone, né serpenti, né stelle, nessuno insomma di quei simboli che sogliono accompagnare l’immagine di Maria…

…poi il prelato ridiscese il gradino si volse e: “Una bella pittura”, disse, “molto espressiva…”.

“Una immagine miracolosa, Monsignore, miracolosissima” spiegò Caterina, la povera inferma, sporgendosi dal suo strumento di tortura ambulante. “Quanti miracoli ha fatto!” Carolina incalzava: “Rappresenta la Madonna della Lettera. La Vergine è sul punto di consegnare la santa missiva ed invoca dal Figlio Divino la protezione sul popolo messinese; quella protezione che è stata gloriosamente concessa, come si è visto dai molti miracoli avvenuti in occasione del terremoto di due anni fa.”