MAdonna della Lettera di Torre FaroUn tempo dal punto di vista della giurisdizione eclesiastica l'abitato di Torre Faro dipendeva dall'antica Chiesa Parrocchiale dell'Assunta di Faro Superiore. Il culto si svolgera oltre alla Chiesa di Santa Domenica, costruita in ricordo del passaggio in epoca imprecisata di un pontefice proprio in un giorno domenicale, in una cappella dedicata alla Madonna della Lettera fatta costruire nel XVII secolo dalla nobile famiglia messinese degli Spadafora che proprio al Faro pescapescespada_casembrotavevano un importante palazzo come è possibile ammirare in un celebre dipinto di Abraham Casembrot oggi esposto nel Museo di San Martino a Napoli. Crescendo il numero degli abitanti fu costruita nel 1733 una nuova chiesa più grande dedicata a Maria SS. della Sacra Lettera che nel 1762 ebbe dall'Arcivescovo del tempo Mons. Tommaso Moncada il titolo di Curazia Rurale con autonomia completa da Faro Superiore. La Chiesa di Torre Faro così ebbe facoltà di amministrare i sacramenti e di tenere i registri parrocchiali, mentre i pescatori si obbligavano a versare una quota dei loro proventi per il sostegno finanziario della chiesa e del curato. Si giunge così al 28 Dicembre 1908 con la distruzione dell'antica chiesa di Santa Domenica e della Chiesa della Madonna della Lettera. Il Pontefice donò agli abitanti di Torre Faro uparrocchia torre farona Chiesa Baracca ma questa, come narra lo storico Gaetano La Corte Cailler nel suo diario, fu distrutta da un incendio Quadro a Torre farola mattina dell'8 Gennaio 1912. Dietro questo incendio si nasconde un vecchio rancore fra le due storiche contrade del villaggio marinaro quella di Palazzo e quella di Torre. A Torre Faro in quegli anni gli abitanti delle due contrade aumentarono la loro litigiosità dal fatto che una fazione voleva sostituito il cappellano perchè considerato secondo loro cattivo. L'Arcivescovo Mons. Letterio D'Arrigo Ramondini decise allora di trasferire il sacerdote allora la contrada che appoggiava il sacerdote decise per protesta di incendiare la Chiesa Baracche. Per una schiocca incomprenzione l'abitato perse con la sua effimera chiesa tutti gli antichi arredi delle sue due antiche chiese preterremoto. Andò completamente distrutta l'antica tavola, citata anche da Placido Samperi, che raffigurava la Madonna con il Bambino tra San Lorenzo e un pontefice che ricordava il particolare episodo della visita di un papa il 10 Agosto di un anno imprecisato. Invece miracolosamente dell'antica tavola della Mdonna della Lettera il fuoco risparmiò solo il volto della Vergine Maria che ancora oggi è possibile ammirare nei locali dell'attuale Chiesa. Dopo l'incendio si costituì tra i faroti un comitato che con l'aiuto dell'Arcivescovo D'Arrigo e con un contributo statale di Lire 18,419 costruì un nuovo luogo di culto su progetto dell'Ing. Giuseppe Marino e con l'opera dell'impresa di Antonino D'Angelo. La spesa complessiva fu di lire 50,257 e il collaudo avvenne nel 1919. Era una soluzione provvisoria e quella definitiva venne nel 1934 con la costruzione dell'attuale edificio di culto, su progetto firmato dall'Ing. Francesco Barbaro, direttore dell'Ufficio Tecnico Arcivescovile, medaglione_altarema forse redatto dall'Ing. Giuseppe Marino.

La Chiesa,parrocchiatorrefaro2 che sorge sul sito dell'antico edificio, si presenta a tre navate separate daquattro coppie di colonne in cemento armato e marmoidea e due coppie di mezze colonne addossate ai pilastri della facciata e del transetto. Questo con la navata centrale e l'abside forma la classica croce latina. Complessivamente il sacro edificio copre la superfice di 460 metri quadrati. La sua architettura è un misto di ispirazione romanica e rinascimentale. La tecnica costruttiva obbedisce alle norme antisismiche del dopoterremoto con intelaiature di pilastri e di correnti di cemento armato. Questa Chiesa è stata eretta ufficialmente in Parrocchia il 25 Agosto 1921. Al suo interno conserva tre antichi altari in marmi policromi ed intarsiati di pregevola fattura provenienti dall'antica chiesa, tra altare_torrefarocui il maggiore possiede un bel medaglione in marmo bianco con l'effige della titolare, che è possibile nella foto a destra. interessante il particolare che la lettera tenuta dalla Madonna reca solo le 5 iniziali della nota frase di benedizione (ovvero V. E. / I. C. B.).

Sono presenti inoltre alcuni interessanti dipinti su tela provenienti da varie chiesedel centro storico di Messina distrutte dal terremoto del 1908. abside_torrefaroTra queste ricordiamo la Stigmatizzazione di San Francesco e la Pietà entrambe opere di Giovanni Fulco (1605-1674) provenienti dalla Chiesa di Santa Chiara, L'Annunciazione, lo Sposalizio e l'Adorazione dei Magi di autore ignoto del XVIII secolo e un piccolo ma bel dipinto raffigurante un santo benedettino entro una ricca composizione di fiori e putti. Domina la Chiesa dal catino absidale un grande affresco raffigurante l'Ambasceria dei Messinesi alla Vergine opera del 1937 di Giuseppe Russo. Il grande dipinto versava in cattive condizioni ma nel 2005 è stato brillantemente restaurato., come mostrato nella foto Presso l'altare destro del transetto nei pressi della moderna cappella del Santissimo Sacramento si conserva il moderno ma bello simulacro in gesso della Madona della Lettera che ogni anno la penultima domenica di Agosto viene portato in solenne processione per le vie dell'intero villaggio. Fino a qualche anno fa la processione veniva organizzata la domenica successivamente all'8 Settembre ma per far partecipare in modo più numeroso turisti e emigranti la Parrocchia, presieduta da Mons. Mario Ajello, ha deciso di anticiparla ad Agosto.

 

 

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