Stele della Madonnina del Portoin una memorabile serata estiva, il 12 agosto 1934, giorno di santa Ilaria martire, da Roma Pio XI illuminava la stele della Madonnina del porto di Messina, voluta dall'arcivescovo di Messina, mons. Angelo Paino e realizzata dal sensibile scultore Tore Calabrò,  attraverso un sistema radio ideato appositamente, con il quale si accesero le luci che illuminarono la stele, l'iscrizione sul muraglione del San Salvatore e l'aureola della Madonna.
La statua, in bronzo dorato, è alta 7 metri e Calabrò trasse modello da quella modellata da Lio Gangeri nel 1902 per il fercolo d'argento. E' stata realizzata dalla ditta Cerri di Milano cava internamente ed impostata su un traliccio ferroso, costituita da lamine di rame saldate l'una all'altra da una ben visibile chiodatura e da un sistema di perni rivettati. L'insieme della Madonnina del Porto venne progettata dall'ing. Francesco Barbaro, direttore dell' ufficio tecnico arcivescovile. La stele fu illuminata per la prima volta con un sistema ad onde radio ultracorte, ideato da Guglielmo Marconi, che permise al Pontefice del tempo, Papa Pio XI, di attivare l'illuminazione direttamente da Castelgandolfo.
Venti anni dopo, il 16 settembre del 1954 fu solennemente incoronata.

La stele è a pianta ottagonale e le fondazioni affondano per sette metri sotto il livello del mare e per sette metri dalla superficie delle acque si innalza il basamento su cui poggia la colonna a sezione ottagonale, che ha un diametro decrescente da m. 5.50 nella parte più bassa a m. 3 nella parte più alta, ed è rivestito di pietra di Trapani fornita dalla ditta Artale. Internamente la stele, alta m. 35, è praticabile attraverso una scala a chiocciola. In cima poggia un globo di bronzo dorato del diametro di 3 metri e sul globo la statua benedicente della Madonna della Lettera. Complessivamente un manufatto di 60 metri., poichè vi  sono 7 metri di fondazioni e ulteriori 7 metri di basamento rimangono nascosti dalle mura del Forte del SS. Salvatorre.  La statua della Madonna ha la mano destra protesa nell'atto di benedire e nella mano sinistra la lettera che la Protettrice di Messina  inviò alla città nel 42 d.c. tramite S. Paolo e l'Ambasceria. Una frase della lettera "Vos et ipsam civitatem benedicimus" è riportata nel fronte lato mare del basamento della stele.
marconi_papa_pacelliEcco parte di un articolo della “La Gazzetta” di Messina del 05/08/1934 «[...] Procedono febbrilmente gli ultimi lavori per l'installazione della “Madonna del Porto”: ieri sera è stata eseguita una prova dell'impianto elettrico che ne illumina la sommità e intanto si va completando quello per l'illuminazione delle famose parole contenute nel messaggio della Madonna ai messinesi: “Vos et ipsam Civitatem benedicimus” [...] molto probabilmente l'impalcatura intorno al colossale simulacro marmoreo sarà tolta nei primi della settimana entrante ». Già l'arcivescovo mons. Angelo Paino in un messaggio del 31 luglio 1934 aveva annunciato che durante le «grandiose feste di mezzagosto» sarebbe stata inaugurata la “Madonnina del Porto”. «[...] Anche quest'anno offriremo, in occasione delle feste di mezzagosto, il nostro particolare omaggio alla Madonna, inaugureremo la colonna del Porto, sulla quale si aderge la statua grandiosa di Maria SS. della Lettera, benedicente Messina e il suo mare. Abbiamo voluto mettere sotto il dolcissimo sguardo di Lei la Città intera dispiegantesi innanzi tra i colli e il mare, il suo Stretto e il suo porto, superba visione di bellezza, ragione di gloria, fonte di vita come in passato così in avvenire: Dall'alto della colonna Ella ripeterà la benedizione che impartì ai nostri antichi padri, che fu nei secoli il segreto di ogni ardimento, di ogni eroismo, di ogni grandezza [...]».
Ecco la cronaca di quei momenti raccontata da mons. Salvatore Camarda in un suo scritto: "Alle ore 18, la folla era divenuta enorme lungo il viale San Martino, via I Settembre, via Garibaldi, e a ondate continue, incessanti si è incanalata verso piazza Municipio. Mons. Paino, visibilmente commosso, benedice la colonna votiva. Terminato il rito ne dà l'annunzio dalla sommità della colonna, con voce poderosa, il domenicano padre Enrico e il popolo schierato lungo la via Vittorio Emanuele prorompe in un altissimo grido di «Viva Maria!». Subito dopo autorità e folla si spostano verso piazza Municipio, dove sono installati numerosi altoparlanti. Intorno alle 19.30 un coro di quasi 500 voci (capitanate da seminaristi), diretto dal maestro Gasparini, esegue un inno alla santa Patrona, le parole sono del nostro veneratissimo beato Annibale Maria di Francia. Alle 19.55 l'“avvisatore” (n.d.r. il P. Soccorsi S.J. direttore della Radio Vaticana) scandisce: « La radio a microonde nella Villa Pontificia di Castel Gandolfo, unita all'estremità del Porto di Messina, illuminerà la statua della Madonna della Lettera di Messina tanto venerata dai messinesi [...] lascio l'interruttore nelle mani del Papa [...] il gran momento è arrivato, il silenzio è profondo ». Se fosse stato possibile si sarebbe sentito battere fortemente il cuore di tutti gli astanti: un solo palpito: il cuore di Messina. « Attenzione – squilla per l'ultima volta l'“avvisatore” – parla il Papa ». Con voce chiarissima Pio XI impartisce la benedizione e, dopo un istante, ecco la colonna, ecco la statua, circondata di luce bianca intorno al capitello, azzurra intorno alla statua, illuminate anche le celebri parole della Patrona di Messina: “Vos et ipsam Civitatem benedicimus”.
Avvenimento, questo, di eccezionale portata per Messina e per il mondo, se si pensa anche ai suoi aspetti tecnici e che nel 1934 la radiotecnica era ancora ai suoi albori e tutto si  svolse sotto la personale direzione di Guglielmo Marconi. Ecco cosa scrisse il “Times” di Londra il 12 settembre 1934: « Ai popoli nordici potrebbe riuscire difficile immaginare la scena che si svolse durante la cerimonia dell'inaugurazione. Apparecchi radiofonici adattati per ricevere le onde ultracorte della speciale Stazione Vaticana impiantata a Castel Gandolfo, sotto la direzione del Senatore Marconi, furono posti lungo il mare costeggiante, che era gremito di vapori mercantili, provenienti da Oslo e New York e altri porti, di spettatori che ingombravano le strade, le piazze e i moli. Essi erano accorsi da tutti i punti della Sicilia e d'Italia, per vedere il faro illuminato da un pulsante premuto a centinaia di miglia sul continente. Per parecchi minuti prima dell'ora stabilita il silenzio della folla era intenso. Quando la radio annunciò: "Attenzione! parla il Papa! [...] dalla sua Villa di Castel Gandolfo la benedizione in latino: madonnina_guerra“Beneditio Dei Omnipotentis descendat super Vos et maneat semper”, dopo un breve momento la colonna fu illuminata e come sarà d'ora in poi ogni notte».
I bombardamenti del 1943 risparmiarono per fortuna la stele, e la foto affianco mostra un militare inglese che filma messina con la Madonnina sullo sfondo.
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Il 13 agosto 1947 Pio XII ripete il gesto del suo predecessore illuminando, per la seconda volta nella storia, la stele da Roma, solennizzando la conclusione dei lavori di riparazione per i danni che la Madonnina aveva subito durante il secondo conflitto mondiale. Uuna scheggia tra l'altro aveva danneggiato un braccio della “Madonnina”. Il Papa volle ricordare il gesto con un radiomessaggio e ricordare che il risorgere della stele è come una « promessa che si rinnova », promessa a una città devota a Maria nei secoli e promessa di un popolo alla sua Madre e Regina: « In questa mistica sera, al cospetto del vostro mare azzurro e della vostra terra incantata, torna l'esultanza di tutto un popolo che in questo momento appunta sulla colonna votiva i suoi sguardi e il suo pensiero e a Maria tutta l'anima [...]». (Cfr. “Bollettino Ecclesiastico” di Messina, settembre 1947).

ruffini_paino_fotiAlla cerimonia di incoronazione partecipò il cardinale di Palermo, mons. Ernesto Ruffini, che alle ore 18 del 16 settembre del 1954 (ricorrenza del 16 settembre 1571 della partenza dal porto di Messina dell'Armata Cristiana che sconfisse a Lepanto le forze nemiche, fiaccando la potenza musulmana) procedette alla incoronazione della Madonnina "mentre squillavano le campane di tutte le chiese della Città, sibilavano le sirene di tutte le navi all'àncora del porto, tuonavano i cannoni del forte SS. Salvatore e centinaia di natanti, riccamente pavesati e illuminati, rendevano omaggio dalle acque".
Nel 1987 il Circolo FIlatelico "Guglielmo Marconi" di Pontecchio Marconi (BO) ha dedicato un annullo filatelico per commemorare la radioaccensione concepita da Marconi del 1924.
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Sulla scultura in rame e bronzo della Madonnina del Porto, nel 1998 fu ripristinata l’antica doratura del metallo; a disporre l’intervento fu l’Amministrazione comunale che deliberò di affidare la doratura in oro zecchino alla ditta Rosario Schillace di Acicatena, la stessa a cui il Comune di Messina aveva precedentemente affidato i lavori di restauro della statua e dell’armatura portante per un importo di 121 milioni di lire.
Entrambi gli interventi di restauro, furono portati avanti dopo le intese con la sezione Storico artistica della Soprintendenza ai beni culturali di Messina, dopo i lavori di somma urgenza per il consolidamento della stele.
Il 3 agosto 2008 è stata rimontata, grazie all'intervento dell'Autorità portuale di Messina e la collaborazione della ditta Schipani, la corona che cingeva la statua della Madonnina, da anni in disuso ed il cui circuito elettrico nel settembre 2004 era stato danneggiato da un fulmine.

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Per un periodo, dal 24 aprile 1998 al 29 giugno 2000 un orologio elettronico, voluto dall'arcivescovo, mons. Giovanni Marra, è stato posto alla base della statua, in corrispondenza della sfera perchè segnasse l'arrivo del Giubileo. Ecco la spiegazione di mons. Marra: "Segna l'attesa e rappresenta qualcosa di sacro poichè è posto ai piedi di Maria, simbolo di Messina".

La stele è posta sopra il bastione cinquecentesco del Forte del SS. Salvatore.

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nelle foto: in alto il Papa Pio XI con Guglielmo Marconi ed il cardinale Pacelli, futuro Pio XII, al centro a sinistra Pio XII mentre effettua l'accensione della stele il 13 agosto 1947, più in basso a destra il Cardinale Ernesto Ruffini con l'arcivescovo Angelo Paino, mons. Barbaro (dietro di loro) e mons. Giuseppe Foti (a destra). Ai lati la stele vista dall'alto in cui è ben visibile il basamento al centro del forte San Salvatore.