tommasoaloysiojuvaraTommaso Aloysio Juvara

(Messina 12 gennaio 1809 - Roma 30 maggio 1875)

Tommaso Aloysio Juvara, considerato uno dei massimi incisori dell'Ottocento italiano, nasce da Giuseppe e da Nicoletta Juvara, pronipote di Filippo Juvara; giovanissimo diviene allievo di Letterio Subba a Messina e successivamente si trasferisce a Roma; dopo breve tempo rorna a Messina per cercare di ottenere un sussidio da parte del Municipio per proseguire gli studi. Ottiene, grazie all'aiuto del fratello, sacerdote una pensione per quattro anni, che diverranno otto, e grazie all'aiuto del cardinale messinese Emanuele Gregorio viene affidato all'insegnamento del famoso disegnatore e pittore romano Vincenzo Camuccini.

Nel 1827 ottiene un premio di prima classe all’Accademia di S.Luca, che lo ammette tra i soci nel 1829. Il suo soggiorno romano è caratterizzato da splendite opere di disegno e d'incisione ma presto lascia Roma alla volta di Parma dove frequenta la scuola del prestigioso incisore Paolo Toschi, grazie un ulteriore generoso sussidio dalla sua città natale.

Dopo Parma raggiunge anche Londra per affiancare l'incisore George Thomas Doo per apprendere la nuova tecnica d'incisione nell'acciaio con la quale si raggiungevano risultati sorprendenti. Il desiderio di migliorarsi e raffinarsi lo porta verso Parigi e poi Napoli dove nel 1846 è nominato insegnante per un semestre l'anno (oltre che a Messina per l'altro semestre).

Nel 1867 per l'incisione della Madonna della Reggia di Napoli ottiene il plauso all'Esposizione di Parigi del 1867 e due medaglie d'oro alle Esposizioni di Berlino del 1868 e di Parma del 1870.

Nel 1869 viene nominato condirettore della regia Calcografia di Roma e l'anno successivo si trasferisce nella capitale con la moglie. Nel 1873 regala a Messina un busto di Antonello da Messina, scolpito da Giuseppe Prinzi, per ricambiare per una medaglia d'oro concessagli.

Le prevedibili invidie e gelosie nei suoi confronti sottoforma di attacchi e critiche sfrenate da parte di un incisore romano, Luigi Ceroni, accentuano il precario equilibrio mentale ed alla vigilia di una partenza per Messina, mentre è solo, si toglie la vita.

La mattina del 30 maggio 1875 egli si ritira nel suo studio, sistema davanti ad una poltrona un Crocifisso e le sue due più belle incisioni, la Madonna della Reggia e il S.Carlo Borromeo e sedendosi di fronte si recide le arterie delle mani e dei piedi, raccogliendo Il sangue zampillante in una tazza e intingendovi un pennellino dipinge le piaghe al Crocifisso, scrivendovi sotto queste parole: "Io ho voluto tingere le tue piaghe,o Gesù,col mio sangue perchè come te muoio innocente e calunniato, ma perdonando". Dopo circa sei ore di agonia conclude la sua vita  sparandosi un colpo mortale alla bocca.

Nonostante il suo desiderio di essere sepolto a Messina, la vedova, Caterina Pisoni, disporrà la sepoltura al cimitero di Campo Verano a Roma, in una tomba realizzata dal suo discepolo e messinese Giuseppe Prinzi.

Bibliografia:
Giovanni Molonia, Tommaso Aloysio Juvara, Messina, 1998
Gaetano Oliva, Annali della Città di Messina, vol. VIII, Messina, 1954